In Coop, a marchio FiorFiore sono disponibili, a fine luglio, albicocche della varietà Zebra, un fatto apparentemente banale, che stupirebbe tuttavia un consumatore redivivo degli anni ’50.
In quegli anni, il raccolto e la disponibilità del frutto si concentravano in poche settimane di giugno. Il consumo del prodotto fresco era episodico e gran parte della produzione era convertita in confetture.
Lo sviluppo della genetica (intesa come selezione varietale) ha portato sul mercato varietà del Prunus Armeniaca sempre più precoci e sempre più tardive. Tra esse, appunto le Zebra, confezionate con il marchio Coop FiorFiore.
Si tratta di un albicocca francese, ottenuta, nel 1992, da una mutazione della varietà Jumbo Cot, migliorata e fissata dal noto frutticoltore Pierre Riou, dell’azienda agricola Vergers Riou, la quale, nello stesso anno, assieme alla Pépinières Lambertin, diede vita al centro di ricerca varietale “Cot International”, attualmente leader nella ricerca nel settore della frutta con nocciolo.
Commercializzata nel 1998, questa albicocca tardiva si presenta con una pelle arancio intenso, un calibro maggiore di altre, ereditato appunto dalla Jumbo Cot, ma soprattutto una consistenza polposa soda e ricca di succo e di aromi,
La particolarità che dovrebbe essere meglio comunicata è la “gestione” della sua acidità, poiché, essendo un frutto climaterico, essa si attenua con un periodo di conservazione refrigerata. Poiché per Coop (come per tutti) è tecnicamente difficile offrire un frutto perfettamente maturo, sarebbe opportuno il consiglio di conservare la confezione in frigorifero per qualche tempo e consumare il prodotto non quando è ancora sodo, ma quando si è ammorbidito, così da raggiungere i 15° Gradi Brix, che abbiamo misurato e che caratterizzano una buona albicocca.