La grande cooperativa Conserve Italia, leader nell’industria trasformatrice dei prodotti ortofrutticoli, si è inserita anch’essa nel trend innovativo degli alimenti iperproteici con il proprio marchio Valfrutta.
Il Frullato Proteico Valfrutta nei 3 mix, così descritti dall’azienda:
- Pera, Uva e Nocciola, dal sapore deciso e vellutato con la dolcezza della frutta;
- Mela, Frutti di Bosco e Avena, ottimo per cominciare la giornata con vitalità;
- Mango, Pesca e Mandorla, consigliato per una merenda dal sapore goloso e avvolgente.
costituisce uno step settoriale meritevole di molta attenzione per gli aspetti applicativi delle più avanzate soluzioni tecnologiche e dietetiche, allo stesso tempo.
In un precedente articolo (Protein Frenzy per un business molto promettente.) abbiamo sottolineato alcune nozioni storiche relative alla comparsa e allo sviluppo di questa importante propensione globalizzata dei consumatori – americani in primo luogo – verso l’alimento vegetale. Parliamo di un atteggiamento di consumo che fonde aspetti ideologici, nutrizionali, culturali e anche e soprattutto non trascurabili sviluppi tecnologici e produttivi, necessari a soddisfare questo nuovo bisogno. Si tratta insomma di un campo oltremodo complesso e in costante aggiornamento che spesso ciene sottovalutato.
In particolare, ricordavamo gli esordi nella commercializzazione delle proteine vegetali, da parte del marchio pioniere Silk con i suoi smoothies Fruit & Proteins (2012), che, assieme ad altre aziende e marchi, aprì la strada ad una vera e propria evolvation alimentare tesa a valorizzare, appunto le proteine di origine vegetale.
Da un lato l’industria e la distribuzione debbono, pertanto, saper coglier quel cambiamento di “mood” dei consumatori distinguendo le Fads &Fashions dalle tendenze di lunga durata, le quali, esse sole, possono giustificare i pesanti investimenti in R&D richiesti. Dall’altro si tratta di far comprendere gli aspetti rilevanti di queste innovazioni di prodotto; è ciò pur nel frastuono di tante promesse, di tanti player grandi e piccoli che si affollano attorno al medesimo target.
Per quanto agli occhi superficiali del grande pubblico, un frullato proteico come quelli di Valfrutta possa sembrare una proposta come tante, in realtà si tratta del risultato di un lungo e meticoloso processo di ricerca, in quanto, com’è noto, le proteine vegetali hanno, rispetto a quelle animali e a seconda delle tipologie, delle carenze. Il numero di aminoacidi resi disponibili è minore per cui le componenti del prodotto vanno attentamente bilanciate. In secondo luogo, le proteine animali hanno preso piede grazie ad un percorso storicamente più lungo e grazie all’impegno di grandi aziende multinazionali.
D’altra parte la palatabilità, la gradevolezza del prodotto dipendono dalla natura e dalla quantità di frutta in esso contenuta . Ne consegue che la garanzia del contenuto proteico della bevanda richiede specifiche soluzioni.
Valfrutta Il Frullato Proteico è composto per il 97% di frutta unita a 20 grammi per litro di proteine vegetali derivate da frumento. A ciò si aggiunge l’importante, equilibrata addizione (a seconda dei mix) del latte di mandorla, di avena, e di nocciola.
Ad un primo test gustativo (per quanto superficiale e non professionale) sembrerebbe che la scelta di sposare la nocciola con la pera e l’uva (e così via per gli altri semi oleosi nei diversi mix) non sia “casuale”, ma sia stata specificamente scelta per ottenere l’armonia gustativa del blend.
Ne discende che senza zuccheri aggiunti e, ovviamente, senza conservanti e coloranti, il prodotto pur consumato vicino alla data di scadenza appare mantenere tutte le caratteristiche desiderate, offrendo per ogni bicchiere da 250 ml, 5 grammi di proteine “nobili”.
Conclusione: i tecnologi di Valfrutta (Conserve Itali) meritano sicuramente un encomio. Vedremo se il marketing riuscirà a far sedimentare quel concetto distintivo nella mente del grande pubblico italiano, che sembra, disordinatamente, alla ricerca di sempre più proteine, sull’onda della nuova tendenza.