La pianta di carrubo è presente in tutto il bacino del Mediterraneo e anche in Portogallo privilegiando le zone aride. In Italia è diventata una specie protetta e viene coltivata soprattutto in Puglia e in Sicilia.
Il frutto della pianta, denominato carruba, è un mesocarpo che contiene semi (detti carati, dall’arabo qirat e dal greco keration) che hanno una storia millenaria nella gioielleria giacché erano impiegati come unità di misura per oro e diamanti.
Oggi, i semi durissimi non servono più come peso, quel che interessa è la polpa carnosa e zuccherina, ma comunque tutto il “frutto” è di grande utilità giacché se ne ricava materia prima per l’industria dolciaria sotto forma di farine, addensanti e gelidificanti.
I fiori della pianta di carrubo sono una leccornia per le api che ci donano quindi un miele di carrubo molto raro poiché sono ormai pochissimi gli apicultori nelle zone in cui la pianta è coltivata.
Come per molti cibi poveri (in passato è stato nutrimento per animali e soluzione salvifica per gli umani in caso di carestie), se non interviene prodigiosamente la mano di uno chef, o di un giovane imprenditore si rischia di perderli.
È il caso di Ciokarrua, un laboratorio artigianale di Modica fondato da Giovanni Cicero che ha fatto della carruba un ingrediente regale per diversi prodotti: dalle semplici carrube tostate alle creme spalmabili, alla farina, alle caramelle, alla liquoristica con una grappa strepitosa e naturalmente vengono proposte le tavolette la cui formulazione esalta tutte le proprietà organolettiche delle carrube che si sono finalmente tolte di dosso l’appellativo di surrogato del cioccolato.
L’inventiva ha portato lontano la produzione artigianale di Ciokarrua i cui prodotti possono essere acquistati online anche in deliziose confezioni regalo.