Torna dal 21 settembre la settimana italiana di Lidl France sotto il nome della sua linea di prodotti a marca privata, denominata “Italiamo” (una crasi tra Italia e Amore), nome che suona piacevolmente all’orecchio del pubblico francese e non solo.
Il volantino allegato riporta la menzione dei prodotti in assortimento per questa operazione tematica che si ripete sistematicamente per altri paesi.
Da notare, allora, alcuni aspetti di particolare interesse. Il primo, naturalmente, è l’espressione della potenzialità insita nella natura transnazionale dell’azienda, che consente ad ogni branca di avvalersi di una rete di fornitori conosciuti e sperimentati nei paesi d’origine, che le consente di attuare operazioni estremamente complesse per altri. In sostanza un elemento sinergico di modernità a favore di un’insegna dall’enorme potenziale non ancora sfruttato.
Il secondo, a testimonianza dell’apertura mentale del pubblico europeo e francese in particolare (e contrariamente agli stereotipi di un presunto nazionalismo culinario) alla sperimentazione di prodotti “tipici” esteri.
Dal catalogo si evince la specificità del naming delle varie confezioni mantenuto nell’italiano originale, come, ad esempio, “Carciofi in olio di girasole” (quasi incomprensibile per un francese) ma sottotitolato in tedesco e tradotto n Francese sul volantino. Tutto questo è reso accettabile ai clienti di Lidl grazie alla consapevolezza della natura europea dell’azienda e dei vantaggi e delle garanzie derivanti dalla sua capacità d’acquisto su scala continentale.
Il terzo aspetto è la correttezza dell’informazione fornita circa prodotti che sono parzialmente italiani, in quanto trasformati in altri paesi o, all’inverso, trasformati Italia con materia prima estera (se la parola “estero” può ancora valere all’interno dell’Unione Europea).
“Italiamo” è un progetto e una prassi, dunque, che riveste un grande interesse per la sociologia alimentare, un interesse che va oltre la mera operazione commerciale, in quanto impatta in varie direzioni sulla cultura di consumo popolare.
In primo luogo, arricchisce il lessico alimentare aggettivando, per esempio, la “pancetta” che è “piacentina”, oppure le olive che sono di “Cerignola”, o rendendo noti i “cucunci”, o l’impronunciabile (e semi-sconosciuto anche in Italia) “cascione”, e così via.
Il quarto aspetto, riguarda il mix a catalogo che propone, disinvoltamente, prodotti che, come si evince dalle descrizioni in etichetta, sono stati utilizzati, evidentemente, per analoghe campagne in UK, Germania, ecc. a testimonianza che la clientela francese è ben disposta ad profittare dei vantaggi di prezzo offerti da lidl, grazie alle economie di scala consentite dalla sua internazionalità.
In conclusione, la lettura del volantino Lidl costituisce un caso ricco di spunti di riflessione circa l’evoluzione culturale di consumo in Europa e il distacco crescente(?), in questo campo, che caratterizza il nazionalismo regressivo italiano.
Per consultare il volantino (ridotto per ragioni di spazio) click sul pagina