La stagione natalizia negli USA non promette bene, almeno secondo le previsioni dei principali retailer americani.
Scottati dal “whip-effect” dello scorso anno quando, grazie all’alto dosaggio dell’eccitante monetario, distribuito dalle autorità monetarie e politiche, i mercati sembravano molto euforici, ma meno di quanto necessario a smaltire le scorte eccessive.
Goldman Sachs, ha intervistato 1.000 consumatori in un nuovo, recente studio e ha concluso che nel complesso, la spesa per le festività è più incerta, con il 46% dei consumatori che prevede di spendere meno e il 23% orientato sulla stessa cifra dell’anno scorso.
In sostanza, un livello di spese per questi consumi stagionali ancora inferiore agli euforici livelli pre-pandemici.
La spiegazione è banale: l’inflazione! Ragione per cui i consumatori dichiarano di andare a caccia di promozioni anche nel contesto festivo, promozioni e offerte speciali che interromperanno la continuità degli aumenti dei prezzi unitari medi al dettaglio, con cui le aziende produttrici avevano recuperato in parte i loro margini .
Secondo GS, l’80% dei consumatori sta cercando di adeguare il proprio comportamento di spesa all’ambiente inflazionistico. Il 40% sta passando a prodotti con prezzi più bassi.
L’indice dei prezzi dei generi alimentari è aumentato del 12,4% all’anno e la fiducia dei consumatori è scesa di diversi punti percentuali a novembre rispetto a ottobre.
Dopo un terzo trimestre deludente i retailer quotati in borsa, come Target e William Sonoma, preparano i propri azionisti ad attendersi risultati del IV trimestre deludenti in termini di profitto e se rapportati alle previsioni precedenti.