Leclerc è dunque molto interessato all’ultra-prossimità! Dopo Draguignan (che ho presentato qualche settimana fa, recensione qui ) e Valenciennes (annunciato sui miei thread Twitter e Linkedin), oggi andiamo a Nancy per un nuovo “mini-Leclerc”.
Qui, Leclerc ha rilevato il sito di una stazione di servizio (sotto il naso e la barba di Carrefour se sono ben informato) per trasformarlo sia in un minimarket che in un punto di raccolta drive-thru, il tutto rifornito (e annesso) dall’iper di Frouard.
Ciò consente di offrire prodotti freschi tradizionali (pasticcini, panini del giorno, piatti pronti ultrafreschi, ecc.)
La “boutique” (perché di boutique si tratta) misura 200 mq e offre poco più di 3.000 referenze, a copertura dei vari reparti. Food ma anche non food (con materiali di consumo).
L’offerta è meno profonda che in un Carrefour Express o in un Vival di dimensioni comparabili (circa il 50% in meno) ma la vera differenza è altrove, cioè: il prezzo!
Come nei vari esperimenti in corso, questo mini-Leclerc è collegato all’IS dell’iper, e pratica quindi gli stessi prezzi. Vale a dire un indice di prezzo di 94.
Ovvero dal 30 al 40% al di sotto dei primi concorrenti. Basti dire che questo Leclerc non manca di argomenti e richiami, soprattutto verso la vicina clientela studentesca che ha subito preso atto delle differenze di prezzo.
Da quello che so, questo Leclerc non è lontano dall’essere partito sulle stesse basi di Draguignan (600 clienti/giorno, scontrino da 13 €). E può si affermare possa arrivare rapidamente a 2 milioni all’anno.
E, sempre a colpo d’occhio, un milione in più ricavato dal drive mi sembra realistico. Il che, di fatto, contribuisce ad aumentare l’influenza del brand sull’agglomerato. Ciò anche se, riportati alla scala dell’iper, 3 milioni sono modesti! Ma in un momento di stabilità del mercato e di saturazione delle varie zone, dobbiamo anche imparare a lavorare in piccolo.
(Traduzione di Loris Tirelli)
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