Le vendite al dettaglio, negli Stati Uniti, negli ultimi quattro mesi sono diminuite. La spesa per servizi, (affitti, utenze e tagli di capelli…), lo scorso dicembre è rimasta invariata dopo essersi adeguata all’inflazione. Si tratta del dato mensile peggiore in quasi un anno. Un altro segnale preoccupante è il calo delle vendite di abitazioni negli Stati Uniti. Per cui Harriet Torri e Joe Pinsker, sul Wall Street Journal, affermano che si sta toccando il livello più basso dal 2014.
Nello stesso tempo sono aumentati, come è noto, i tassi ipotecari. Come se ciò non bastasse, l’industria automobilistica ha definito il 2022 come il peggior anno rispetto allo scorso decennio.
Ormai sembra ovvio ed è comunemente accettato che si tratti di una netta inversione di tendenza rispetto alla seconda metà del 2020, quando gli americani hanno risollevato l’economia dalla recessione pandemica. E ciò è avvenuto grazie anche agli aiuti del governo statunitense che miravano a scongiurare una “grande recessione” paventata da molti economisti americani.
Durante la pandemia ci fu un effetto generalizzato in tutti i paesi: le famiglie acquistarono cyclette, televisori, computer portatili, altri accessori e tutto ciò che poteva rendere funzionale alle nuove attività indoor la propria abitazione. Tuttavia, con il venir meno delle restrizioni, si è osservata un’inversione di tendenza e, anziché spendere per beni durevoli, i consumatori sono tornati in fretta a frequentare i ristoranti e hanno ripreso a viaggiare verso le loro mete preferite.
Per la maggior parte dello scorso anno, l’aumento della spesa dei consumatori ha superato gli incrementi dei prezzi, sebbene questa dinamica non potesse reggere nel lungo periodo se non erodendo i risparmi cumulati in precedenza.
Il risparmio, nel corso del 2022, è stato del 3,4% del reddito disponibile a dicembre, rispetto al 7,5% un anno prima e rispetto ai livelli ancora più elevati del 2020 in pieno lockdown.
Va poi ricordato che la spesa per consumi degli americani vale all’incirca il 70% del Pil. Ne consegue che, secondo diversi economisti e accademici intervistati dal Wall Street Journal, la discesa dei consumi rende più probabile una recessione nei prossimi 12 mesi, con un tasso di consenso probabilistico del 61%.
In conclusione, secondo Dissen Casselmanne e Jeanna Smialek, giornalisti del New York Times (Consumer Spending Slid Again in December) l’economia statunitense si trova di fronte a
due sfide fondamentali e intrecciate tra loro:
da un lato i consumatori non vorrebbero smettere di spendere e dall’altro i prezzi non sembrano smettere di salire. Sfortunatamente entrambi i trend stanno mostrando adesso i primi segni di inversione.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.