Si fa presto a dire “datteri”, perché i datteri, in barba alle infelici avventure coloniali del passato, per la quasi totalità degli italiani sono semplicemente … datteri.
Conclusione blasfema per i buongustai arabi, in quanto questo “frutto del paradiso” nella tradizione islamica si presenta al consumo, ovviamente, in tante declinazioni varietali che possono essere utilizzate per qualsiasi preparazione, dalle frittate alle salse, ai dessert e alle bevande.
Un passo verso il diradamento della nostra ignoranza in merito è stato compiuto da Spazio Conad che offre al palato dei clienti diverse referenze di datteri di diverse cultivar. Vediamone alcune tra le centinaia di varietà di Phoenix Dactylifera.
I Deglet Nour, originari dell’oasi di Tolga in Algeria, sono oggi coltivati in in Algeria , Libia e Tunisia. Morbidi, di forma ovale stretta ed allungata. Il loro colore varia dal giallo paglierino all’ambrato, con un esterno leggermente traslucido e un sapore simile al miele (non aromatico), e un finale di nocciola e di anacardi
I Medjool hanno acquistato una certa popolarità per la dimensione del frutto di forma cilindrica e colore dall’ambrato al rossiccio, che arriva anche a 7 cm di lunghezza. La polpa è morbida e succosa, con una consistenza gommosa che rilascia la sua intensa dolcezza assieme a sentori di caramello, miele e cannella, e un finale che ricorda lo sciroppo d’acero. Spesso il frutto si presenta con una pellicola bianca sulla superficie del frutto, ma essa altro non è che sostanza zuccherina affiorata in superfice. Originari del Marocco, sono coltivati in Palestina, Giordania, Israele e Arabia Saudita. Questi sono datteri che andrebbero consumati preferibilmente freschi
I datteri Ajwa occupano un posto speciale nelle tradizioni arabe. Sono ritenuti “datteri sacri” per via dei loro benefici salutari e gli attributi protettivi che vengono loro attribuiti. Nell’hadith si afferma: “Chi mangia sette datteri Ajwa di Medina non sarà colpito dal veleno o dalla magia.” Di colore marrone tendente al nero violaceo, hanno una forma rotonda e una polpa carnosa, densa, fondente, fruttata e avvolta da una pellicola secca. Il sapore è ricco, con un gusto caramello, che lascia spazio ad un leggero finale che ricorda la liquirizia.
I Safawi caratterizzati dal colore scuro e dalla forma allungata hanno una polpa relativamente soda e asciutta atta alla masticazione, una polpa che rilascia lentamente la propria dolcezza aromatica di sciroppo d’acero e caramello e, nel finale, una nota che ricorda vagamente il caffè.
Poco conosciuto in Occidente, il dattero Khudry è largamente consumato in tutto il Medio ed Estremo Oriente perché si presta ad accompaganare piatti della tradizione e i secondi di pesce in particolare. La sua forma oblunga ha un colore brillante con toni marrone scuro e una buccia rugosa. La polpa soda, consistente, ma morbida e fondente rivela un gusto adatto alla pasticceria e alla cioccolateria per le sue note di caramello e caffè. La Khudri, è una varietà araba ed egiziana dalla consistenza anch’essa chewy, carnosa, da masticare. Non è particolarmente dolce, ma è più gradevole per chi non ama le punte zuccherine esasperate e soprattutto questa caratteristica la rende adatta ai vari mix dolci e salati.
Dunque, visto l’approccio di Spazio Conad ci aspettiamo di trovare in futuro anche datteri Mazafati, Amber, Barhi, Saghai, Halawy, Piarom, Khadrawi, Rabbi, Thoory, Zaghloul, Dayri, Sukkary e tanti altri ancora.