Fra gli ultimi trend in tema di nuovi sapori (amati in particolare dalla Z.Gen) emerge progressivamente  lo Sweet Heat, ovvero la fusione, scaturita varie cucine nazionali che si incrociano,  che bilancia la dolcezza con una  piccantezza più o meno accentuata.

Negli Stati Uniti, la tendenza del Sweet Heat risponde al gradimento di elementi piccanti nei piatti dolci e salati di ogni tipo, da quelli a base di carne  o di verdure, sino ai dessert, passando ovviamente attraverso snack e street foods.

La tendenza colta prima dalla ristorazione rapida e informale e poi dall’industria sta dando luogo alle più diverse  sfumature dolci incorporate nelle diverse piccantezze di vari ingredienti, che caratterizzano ricette e prodotti nuovi.

L’intrigante contrasto dello Sweet Heat stimola, infatti,  esperienze gustative complesse, attraverso profili aromatici che figurano in un numero sempre più ampio di salse, snack e condimenti e che raggiungono un pubblico sempre più grande attraverso lo stadio finale  della Grande Distribuzione.

Si tratta di un trend di estremo interesse, che conferma una sorta di ritorno alla cucina “dell’invenzione” che nel passato visse grandi momenti, come quello dell’arte culinaria rinascimentale tutta tesa a stupire, sorprendere, appagare i commensali attraverso il gusto insolito ed elaborato, ottenibile dalle speziature, dalle diverse piccantezze  e dalle tante tonalità del dolce. Per inciso, va ricordato che maestri quest’arte furono proprio i grandi cuochi italiani, ricercatissimi da tutte le corti del tempo.

Ne discende che, oggi, sono presenti sul mercato le più varie combinazioni delle due “famiglie” dei gusti sottoelencati, come testimoniano le ricerche della T.Hasegawa, azienda leader, con sede a Tokyo,  specializzata nella creazione di aromi e fragranze e attiva sin dal 1903.

Proprio dalla sua specializzazione nel gestire le sensazione palatali e nel  migliorare la dolcezza, ridurre il sale, arricchire l’umami, bloccare l’amarezza, o mascherare le note sgradevoli, nasce la possibilità di inventare nuovi gusti all’infinito.

Ad esempio, si può citare  l’abbinamento Guajillo Pepper (un peperoncino di media piccantezza 3000-5000 Scoville dal sapore leggermente dolce, con note di frutti di bosco e tè) e Mela, già presente in commercio nella salsa Red Eye Wildfire; oppure Sichuan Pepper e Cocomero che figurano in varie ricette di Poké.

E ancora Ananas Sunshine Sriracha; Fichi e Baharat o l’armena Salsa di ciliegie, cannella e chiodi di garofano, in una illimitata varietà di sapori che il lettore interessato può ricercare e verificare in rete.

La tendenza interessa, dunque,  salse e marinate, per estendersi alle bevande e ai cocktail (Pineapple Jalapeño Margarita) o ai mix di liquori (Mango Chili Rum) o alle diverse formulazioni di birre e sidro. Ma è nelle creazioni culinarie salate (pollo Honey Sriracha), nel BBQ o nelle pizze asiatiche in particolare (Hot Honey Pizza) o nel  Ceviche (Mango Habanero)  che lo Sweet Heat esprime la massima creatività così come nei dessert (Salted Honey Caramel Sauce with Sansho).

In conclusione, il dolce-piccante ha posto tutte le premesse per conquistare un pubblico internazionale e, pur con il consueto ritardo, anche parte di quello italiano.

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Daniele Tirelli

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