Puerto Mate Teréré, il tè freddo energizzante e stimolante che i popoli sudamericani bevono da secoli, è “come un’alba al mare, una nuotata sotto una cascata o un viaggio in una terra lontana”, dice la comunicazione aziendale. Il Teréré è tradizionalmente preparato con un’infusione a freddo, per cui conserva aroma e proprietà corroboranti.
Il consumo di mate è stato da sempre condizionato dalla raccolta della materia prima da piante selvagge effettuata dai nativi Guaraní e non poteva essere coltivato in quanto i loro semi sono così duri che non possono germogliare nel terreno se non vengono trattati. Il problema venne risolto nel XVII secolo dai Gesuiti, i quali osservarono che il frutto e i semi devono passare attraverso il sistema digerente di un uccello affinché la piantina possa rompere il guscio e svilupparsi.
Il consumo di mate coltivato iniziò soltanto nel 1923, grazie agli studi del professore Andreas Sprecher von Bernegg di Zurigo. Il 25 settembre 1926, l’agronomo e ingegnere svizzero Gustavo Keller, accompagnato da Alfonso Scherer, Enrique O. Bucher e Gustavo Ernst, si recò a Puerto Esperanza, in Argentina, per applicare le scoperte del professor Sprecher. Utilizzando speciali tecniche agricole, riuscì a coltivare la pianta, ponendo le basi non solo per il prodotto con marchio Puerto Mate, ma anche per una città che oggi conta quasi 18.000 abitanti e che vive di questa produzione.
Questa versione di Tereré fair & sustainable è offerta nelle versioni al melograno e al limone da Intelligentfood Schweiz ed è presente in tutte le catene svizzere e anche in vari supermercati tedeschi.
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