Riprendiamo il commento di Olivier Dauvers circa gli ultmi dati di mercato pubblicati da Iri France, poiché possono aiutare a comprendere analoghe similarità italiane:
“Eccoci qui! Annunciato da tempo da alcuni (io sono uno di loro e presumo di essere stato giudicato un incorreggibile pessimista), evento temuto da tutti, ecco la “catastrofe” dei volumi che viene enunciata.
Secondo l’IRi, la terza settimana dell’anno si è conclusa con un aumento delle vendite in valore dell’8,6%, ma con un ulteriore calo dei volumi di quasi il 5%.
Nelle ultime 13 settimane, i volumi sono diminuiti ben 11 volte.
Basti questo per dire che dubitare della tendenza è difficile. Soprattutto – perché guaradare al 2023 è preoccupante. In tre settimane (che cancellano in gran parte ogni effetto di calendario), il calo dei volumi ha raggiunto il 7,1% secondo l’Iri.
Nessuna sorpresa in questi risultati. Piuttosto il contrario avrebbe sorpreso il contrario. L’inflazione è infatti ancora presente (vedi qui i primi trend dell’anno) e il suo effetto sul comportamento dei consumatori è normale, risaputo.
Il calo dei volumi ovviamente continuerà e peserà sui diversi “business model”. Perché se il fatturato cresce (+6,5%), in realtà nasconde un aumento dei costi che solo il mantenimento dei volumi avrebbe potuto rendere indolore. A questo ritmo, è ovvio che non tutti i negozi sopravvivranno nell’anno a venire. Ancora una volta, non è eccessivamente pessimista pensarlo. Semplicemente… realistico.