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Un aspetto della “funzionalità” alimentare caratterizzante le numerose innovazioni di prodotto è l’approccio olistico ai superfruit (come, per esempio, per la Moringa, il Noni, il Baobab ecc). I superfruit, o alimenti nutraceutici, sono caratterizzati da un’ampia varietà di usi. Per la grande versatilità che li contraddistingue le proprietà benefiche dei “super frutti” possono essere assimilate sia tramite l’ingestione sia con l’uso esterno.
Non c’è quindi da stupirsi se il baobab rientra a pieno titolo tra i superfruit. Possiamo fare un esempio della moltitudine dei suoi impieghi. Infatti, il baobab è utilizzato come ingrediente principale nella preparazione di creme, oli e polveri per il corpo poiché contiene elevate quantità di vitamine (tra cui 6 volte il contenuto di acido ascorbico delle arance), molte fibre e aminoacidi essenziali. Risultano quindi evidenti le ragioni per cui alcune aziende hanno deciso di sfruttarne le proprietà anche nella cosmetica. Ricchissimo di antiossidanti promette la riparazione dei danni alle cellule, di disinnescare sia i processi d’invecchiamento sia quelli degenerativi.
Grazie all’elevata quantità di antocianine e flavoni, riesce a rigenerare anche la pelle secca e disidratata. Il baobab, oltre a essere un’eccellente fonte di rame, permette anche apporti basilari di sali minerali (come calcio, ferro e potassio). Le sue fibre e i suoi principi probiotici promettono di mantenere efficiente l’intestino e, più in generale, l’intero apparato digestivo. È anche antipiretico, antiinfiammatorio, antivirale, antibatterico ed epatoprotettivo ed è, nei paesi dove cresce, una sorta di “cibo rituale” citato negli studi di Claude Fischler.
Il suo frutto può nutrire il corpo attraverso il palato ma anche tramite la pelle, il cuoio capelluto ecc. In commercio si trova la crema corpo “Oro di Baobab” a marchio L’Erboristica inserita a pieno titolo in questo nuovo trend. Athena’s propone un olio di Baobab biologico che ha caratteristiche antiage e rigeneranti. Ricco di sostanze attive, la “Confiture de Baobab”, prodotta in Senegal per il brand francese Racine è un ulteriore esempio di questa tendenza che va progressivamente rafforzandosi. Insomma, ci troviamo di fronte ad un fenomeno complesso che il marketing non può assolutamente ignorare.
È necessario quindi un approccio al fenomeno superfruit che tenga in considerazione i vantaggi e le potenzialità del prodotto nella loro totalità. Siamo di fronte ad alimenti che richiamano alla mente il “pensiero magico” e il “principio di incorporazione”, secondo il quale si può accrescere la propria forza e migliorare il proprio aspetto ingerendo l’oggetto di interesse. Dunque, al marketing del futuro spetta il compito di coglierne l’immagine d’insieme, lo spirito del superfruit, in termini traducibili comprensibili per la cultura popolare.
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Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.