La nuova pasta proteica di Barilla, rappresenta un caso esemplare delle teorie evolutive applicate a prodotti e brand.

La pasta Barilla ha, ed è ben noto, un “genotipo” di successo basato sulla semola di grano duro, un genotipo che ne ha fissato nel tempo le caratteristiche vincenti verso i consumatori. Tuttavia, negli ultimi anni, l’ambiente di mercato è cambiato progressivamente, creando nuove pressioni selettive in aree del grande pubblico più consapevoli e convinte dell’importanza delle proteine nella propria dieta.

Sospinto dal bisogno di fitness, dal successo delle diete a basso contenuto di carboidrati e dalle raccomandazioni nutrizionali, un certo numero di consumatori ha iniziato a limitare l’assunzione di carboidrati raffinati, percepiti come potenzialmente problematici per la linea e la salute.

La diffusione, spesso culturalmente inconsapevole, di regimi alimentari come keto, paleo, e fitness-oriented ha così creato nicchie di mercato che vanno ampliandosi.L’emergere di alternative alla pasta tradizionale, ovvero paste ricche di proteine (come le tante paste di legumi, di riso e cereali alternativi, ecc.) ha rappresentato un fattore di erosione non più trascurabile.

Barilla ha risposto a queste pressioni ambientali con un adattamento plastico (dal greco antico “πλαστικός” (plastikós), che significa “che può essere modellato” o “adatto alla modellatura”): la pasta proteica. Questa variante mantiene l’identità fondamentale della pasta (il “genotipo” di base), ma con modifiche fenotipiche significative, così riassumibili: a) l’arricchimento con proteine vegetali, della base di semola di grano duro; b) un maggior contenuto proteico (circa il doppio rispetto alla pasta tradizionale) e un minor contenuto di carboidrati, pur mantenendo, nonostante le modifiche nella formulazione cottura, consistenza e sapore simili alla pasta tradizionale.

Possiamo dunque affermare che la pasta proteica è un’espressione del “genotipo” base della pasta Barilla, ovvero una variante adattiva per rispondere al cambiamento ambientale menzionato. Osserveremo, pertanto, nel prossimo futuro, il mercato selezionare questa variante, così da determinarne il successo o il fallimento. Però, conoscendo la storia di Barilla è molto probabile che, la pasta proteica diventi una linea permanente nel portafoglio prodotti di Barilla e tale da influenzare la formulazione di altri prodotti dell’azienda.

La pasta proteica, in sintesi, permette a Barilla di esplorare un nuovo segmento di mercato senza abbandonare la sua identità fondamentale e se le arriderà il successo, potremmo assistere a una divergenza, ovvero la crescita di una categoria distinta (come il gluten-free) con una sua traiettoria evolutiva.

La mossa di Barilla segnala a tutto il settore un cambiamento significativo nelle condizioni ambientali del mercato e le aziende con maggiore capacità di adattamento plastico  potrebbero avere anch’esse un vantaggio selettivo in questo ambiente in rapido cambiamento.

In conclusione, la pasta proteica di Barilla non è semplicemente un nuovo prodotto, ma un esempio illuminante di come i meccanismi evolutivi si manifestano anche nel mercato alimentare contemporaneo.

Dimostra come un’azienda con una lunga tradizione possa adattarsi plasticamente a nuove pressioni ambientali, potenzialmente guidando un’evoluzione più profonda del proprio “genotipo” produttivo e  anticipando continuamente l’innovazione di prodotto.

Coerentemente con l’evoluzione del prodotto anche il “fenotipo” di Barilla evolve con la linea Protein+, e i suoi cambiamenti significativi sia nel packaging che nella comunicazione del prodotto lo testimoniano.Il packaging della pasta Protein+ utilizza un giallo brillante come colore di base, molto più acceso e vibrante rispetto al blu classico della pasta tradizionale Barilla sia per il PDP, sia per l’SPD, mentrei pannelli laterali, top e bottom restano blu. È un cambiamento cromatico che rappresenta una chiara differenziazione fenotipica per comunicare immediatamente al consumatore che si tratta di una variante evolutiva del prodotto base.

L’elemento più significativo è la presenza del marchio “PROTEIN+” in caratteri grandi e in evidenza nella parte superiore della confezione. Potrebbe dirsi un nuovo “tratto fenotipico”, mentre il logo rosso Barilla mantiene la sua posizione centrale e la sua identità visiva, anche se leggermente ridimensionato rispetto, appunto, alla prominenza di “PROTEIN+“.

La confezione evidenzia “20g” di proteine, posizionando questa informazione in modo prominente sul fronte, sebbene lo stile grafico generale di questo nuovo “fenotipo” visivo mantenga elementi di continuità con la tradizione Barilla.

 

 

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Daniele Tirelli

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