Darsi la missione di creare la più grande esperienza gustativa al mondo in tema di ciambelle non è cosa da poco. Ma i fondatori di questa (per ora) piccola catena di ispirazione hawaiiana ne sembrano convinti tanto da chiamarla Holey Grail, l’irraggiungibile Sacro Graal dei donuts.
Il segreto risiede nel suo impasto
che – afferma il management – cambierà l’arco della storia delle ciambelle, ammirate per anni nei film americani e che ormai hanno conquistato anche il pubblico italiano.
In Holey Grail si utilizza il taro, o Colocasia Esculenta, un tubero che si può annoverare tra i superfood. Dato che si tratta della specie più coltivata tra le diverse piante della famiglia delle Araceae, per quanto sconosciuta ai consumatori italiani, in realtà sfama da millenni le popolazioni di Africa , Oceania e Asia meridionale, grazie alla sua ricchezza di amidi preziosi e nutrienti. Di solito, si consumano le foglie e il rizoma dal colore viola chiaro dovuto ai pigmenti fenolici.
I rizomi vengono arrostiti, cotti al forno o bolliti in modo da ottenere un sapore dolce e di nocciola dai loro zuccheri naturali. L’amido è facilmente digeribile poiché i grani sono fini e piccoli. Spesso viene utilizzato per le pappe.
Le foglie e i gambi di taro, se giovani, possono essere consumati dopo una doppia bollitura che ne elimina l’acredine. Questa pianta però non si può mangiare cruda dato che è tossica per la presenza di ossalato di calcio e rapfuri.
La cottura oppure la fermentazione in acqua permettono di eliminare queste tossine . Questa è infatti una delle fasi di preparazione della pasta di Holey Grail (che è diversa da ogni altro impasto di ciambelle precedente). Poi il tutto viene fritto in olio di cocco e arricchito e decorato artisticamente con gli ingredienti più vari.
Per inciso questo aspetto è particolarmente interessante in quanto riprende una tecnica di marketing che si sta diffondendo negli Usa. I clienti/consumatori contribuiscono ad inventare nuove versioni di donut, proponendo le loro ricette secondo il programma Breaking Bread.
Gli esempi citati nel sito aziendale sono quelli di Mein Lin – Hojicha Unicorn nel cui donut figurano un baccello di vaniglia, hojicha, e granella arcobaleno.
I giovani imprenditori di Holey Grail, propongono una rivoluzione parallela anche nelle bevande che debbono accompagnare i loro prodotti. Stanchi dei tradizionali menu hanno creato qualcosa di completamente nuovo, che si accompagna perfettamente con le loro ciambelle.
Ogni giorno producono un loro
latte di cocco fresco con anacardi, servito alla spina,
che può essere aggiunto alla miscela personalizzata di caffè alla spina Coava, matcha Mizuba o chai Blue Lotus .
Il donut inventato da Alexis DeBoschnek si chiama “Pot de crème” ed è arricchito con i
baccelli di vaniglia, lo sciroppo d’acero e sale marino.
Rick Martinez ha proposto “Lampone, cocco e tres leches” e poi …
Frankenreiter – “Miele tartufato, sale marino e tartufo nero fresco a scaglie.
Breaking Bread è una serie Holey Grail che permette alle persone di socializzare, creando ciambelle, conversazioni magistrali e esclusive collaborazioni di sapori.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.