Una tendenza che non sembra ancora suscitare interesse nel nostro paese, ma che, al contrario, è destinata a cambiare il volto della ristorazione rapida e semplificata è la robotizzazione di un numero sempre più ampio di procedure culinarie.
Michael J. Tattersfield, Chief Executive Officer di Krispy Kreme Doughnuts (il grande rivale di Dunkin Donuts che vanta 1.810 negozi, di cui 971 di proprietà e 839 in franchising, a marchio Krispy Kreme e Insomnia Cookies in circa 30 paesi in tutto il mondo) ha annunciato l’introduzione dei robot di cucina nella preparazione e nella glassata delle celebri ciambellone nell’arco dei prossimi mesi.
Krispy Kreme, che quotata al NASDAQ Stock Exchange con la sigla DNUT e che punta a superare i 2 miliardi di $ di fatturato, punterà a ridurre tempi e costi nei processi produttivi attraverso un’automazione spinta che in base alla ricettazione consentirà non solo una produzione seriale ai limiti della perfezione, ma anche grande flessibilità nella variazione dei gusti e finanche nel confezionamento per il take-away e il catering.
L’introduzione dei robot, così come per altre catene, è parte di una strategia basata sullo sviluppo di hub e spoke e di sviluppo di DFD (delivery-fresh-daily) point così da servire, non solo piccoli rivenditori, ma anche uffici, abitazioni e altre comunità, che ordinano e consumano Doughnuts in vari momenti di convivialità.
Secondo i piani annunciati all’assemblea degli stockholder, le nuove postazioni automatizzate dovrebbero smaltire il 18% della produzione per poi essere diffuse su più ampia scala.
Secondo l’analista della JP Morgan, John Ivankoe, Krispy Kreme ha, negli USA, un costo del lavoro manuale di preparazione di più di 100 milioni di $, di cui 60 milioni destinati alla successiva glassatura e alla confezione manuale delle scatole per il delivery.
Inoltre, l’introduzione dei robot consentirà di ridefinire le mansioni eliminando in gran parte l’attuale lavoro ripetitivo e manuale.
In conclusione, si tratta dell’ennesimo caso di progressiva automazione della ristorazione rapida che troverà opportunità di sviluppo anche in Europa e in Italia e che per questo dovrebbe essere seguito attentamente.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.