Le leggi di Mendel e l’evoluzione del melone

Avatar photo Marilde Motta15 Giugno 2023

L’abate Gregor Mendel, nato nel 1822 in un piccolo villaggio di quella che è oggi la Repubblica Ceca, è considerato il precursore della genetica, se non proprio il fondatore, dato che bisogna attendere qualche decennio e molti altri studiosi affinché essa divenga scienza. Mendel lo ricordiamo dai banchi di scuola per lo studio dei caratteri ereditari dei piselli odorosi, ma in realtà fu decisamente un gigante che diede contributi di fondamentale importanza in botanica, biologia e matematica. D’altra parte è proprio grazie alla sua conoscenza della matematica e del calcolo combinatorio che Mendel ha potuto fare i primi esperimenti di impollinazione artificiale per ottenere mutazioni nei piselli odorosi che crescevano nell’orto del convento dove risiedeva. Una pratica sul campo che lo portò ad elaborare quelle che oggi vanno sotto il nome di “leggi di Mendel”.

Sembrano passati anni luce dalla sua sperimentazione protogenetica, ma sostanzialmente gli scopi non hanno subito cambiamenti: studiare, ricercare, sperimentare e migliorare. Ossia conoscere sempre più approfonditamente le piante, i sistemi di coltivazione, i suoli, i climi, il fabbisogno di alimentazione umana e trovare soluzioni adeguate. In tutto il mondo sono molte le aziende che si occupano di ricerca genetica, studio e produzione di nuove sementi, miglioramento di varietà orticole e frutti. Una quindicina sono di grandissime dimensioni, alcune di queste società sono multinazionali quotate in Borsa, altre sono ancora a conduzione familiare, molte di queste hanno alle spalle oltre 100 anni di storia e straordinari successi nell’innovazione. Quasi tutte operano con filiali in numerosi Paesi per poter sviluppare in loco la ricerca e soluzioni specifiche.

Bisogna intendersi su cosa significa innovazione applicata a sementi e piante. Lo spiega chiaramente ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale illustrando le tre fondamentali tecniche di incrocio e selezione: quelle convenzionali, quelle consolidate di modifica genetica, quelle completamente nuove.

Inutile fantasticare, si tratta di pura scienza che porta al miglioramento delle caratteristiche di una pianta siano queste finalizzate a sopportare meglio lo stress idrico, a maturare in una stagione tardiva, ad acuire il profumo, a rendere la polpa del frutto più croccante, la buccia edibile e così via. Il tutto avviene secondo la Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo promossa dalla Conferenza dell’ONU su Ambiente e Sviluppo. Molti altri sono i controlli prima dell’immissione in commercio di un prodotto alimentare fra cui quelli di EFSA l’autorità europea per la sicurezza alimentare.

La stagione calda ci suggerisce di portare attenzione al melone, protagonista sulla tavola degli italiani in questo periodo dell’anno. Ne prendiamo in considerazione due ideati rispettivamente da Rijk Zwaan e da Enza Zaden fra le maggiori aziende al mondo specializzate nella ricerca e sviluppo di nuove sementi e prodotti ortofrutticoli, entrambe le società sono olandesi e a guida familiare. L’obiettivo non è quello di fare un confronto diretto fra i due prodotti, ma di mettere in luce la capacità di creare variazioni pressoché infinite che possono riguardare sia la resa del prodotto, la stagionalità, la durata, il sapore, la forma, la dimensione che le schede di presentazione delle due varietà di melone mettono in evidenza.

Mellissimo di Rijk Zwaan

Mellissimo è un melone Piel de Sapo ideato da Rijk Zwaan.

Caratteristiche:

  • alto contenuto zuccherino e gusto delicato
  • pezzatura ideale sui 2 Kg
  • bella forma ovale molto elegante
  • tipico aspetto esterno dei Piel de Sapo

Vantaggi per il consumatore:

  • sicurezza di un ottimo sapore, certezza del gusto
  • bell’aspetto e giusta dimensione in ogni stagione
  • facilmente identificabile

Vantaggi per il rivenditore:

  • certezza del marchio con le sue caratteristiche
  • riconoscibilità del prodotto per il suo marchio
  • melone di alta qualità, il modo giusto per soddisfare il consumatore

Vantaggi per il commerciante:

  • soddisfazione delle aspettative del cliente
  • affidabilità nelle forniture e possibilità di averlo disponibile tutto l’anno
  • eccellente conservabilità

Benefici per i coltivatori:

  • varietà rustiche con piante forti e produttive
  • supporto della competenza tecnica di Rijk Zwaan
  • produzione specifica per mercati di alta gamma

 

Almaden F1 di Enza Zaden

Almaden F1 è un melone Piel de Sapo ideato da Enza Zaden.

Tipologia: Piel De Sapo

Posizionamento: Adatto a coltivazioni in pieno campo

Classe di Maturazione: Media

Pianta: Molto rustica e sana, caratterizzata da ottimo vigore e con ottima tolleranza ad oidio ed afidi.

Frutto: Tradizionale frutto di tipologia Piel De Sapo di pezzatura media di circa 3 Kg di peso. A maturazione la polpa è di colore bianco, dotata di buona consistenza, ottimo contenuto zuccherino e aromatica. Cavità placentare molto piccola.

Un miglioramento continuo delle varietà coltivabili in campo, in serra e con altre tecniche è quel che spinge la ricerca delle molte aziende impegnate pressoché in ogni Paese. Un miglioramento i cui benefici devono essere condivisibili lungo tutta la filiera: agricoltori, rivenditori, aziende di trasformazione, ristorazione, distribuzione moderna e infine il consumatore che sarà sempre il “motore primo” da cui tutto dipende sia che si voglia soddisfare un bisogno primario di nutrizione, o assecondare un capriccio culinario.

Un aspetto su cui va fatta chiarezza è che non esiste un prodotto agricolo globalizzato, ma ogni semente o frutto anche quelli nati dalla ricerca scientifica sono specifici per suolo e condizioni climatiche, ma anche per richiesta di mercato. Va portata l’attenzione proprio sul mercato e la volubilità della domanda.

Si apre quindi un dibattito, che dovrebbe avere basi scientifiche ben lontane da ideologie, per svilupparsi su due direttrici:

  1. da un lato i regimi di qualità definiti dall’UE (corroborati da disciplinari di produzione gestiti da Consorzi)
  2. dall’altro la ricerca continua di nuove varietà per accontentare l’evolversi della domanda.

Incasellare i prodotti agroalimentari in categorie come i regimi di qualità dell’Unione Europea (IGP, DOP, DOCG ecc.) offre una valida tutela a prodotti di elevata qualità (con tradizioni storiche, metodi di lavorazione e altri elementi che li rendono speciali), valorizzando anche il lavoro di tutta la sottesa filiera, però va messo in conto che questo sistema crea delle rigidità difficili da gestire in un momento di grandi cambiamenti climatici che hanno bisogno di risposte adeguate, così come va tenuta presente l’instabilità della domanda. Il rischio di questa rigidità è che i prodotti, definiti dai relativi disciplinari, possano scomparire per l’impossibilità di mantenerne le caratteristiche (dovute a materie prime specifiche, situazioni di suolo e aria, tecniche produttive ecc.), oppure finire per divenire piccolissime nicchie che, per gli intrinseci limiti di produzione, sono destinate a ben pochi consumatori.

La ricerca scientifica producendo continuamente nuove varietà (ortofrutta, cereali, legumi e altro) accontenta consumatori sempre più esigenti (per aspetti salutistici, di gusto, di proprietà), ma anche semplicemente curiosi di novità. La ricerca aiuta tutta la filiera (dal campo al trasformatore, dalla gdo all’horeca) con prodotti coltivabili anche in condizioni difficili, resistenti ai patogeni, con shelflife più lunga, disponibili tutto l’anno.

Il Melone Mantovano IGP-indicazione geografica protetta. rappresenta bene questa situazione in bilico fra rigida conservazione della tradizione e apertura al cambiamento. Il relativo Consorzio (www.melonemantovano.it) definisce l’areale di coltivazione nelle province di Mantova, Cremona, Modena, Ferrara e Bologna. La tradizione della coltivazione locale risale probabilmente al XV secolo. Il Consorzio ammette tre tipologie:

  • il melone retato con fetta tipo Supermarket (ossia quello che appare con striature verdi che delineano delle fette che assomigliano a meridiani)
  • il melone liscio tipo Tamaris
  • il melone retato senza fetta tipo Harper.

Se il bollino e altri elementi di comunicazione (come per esempio il sito web del Consorzio) aiutano il consumatore a distinguere il Melone Mantovano IGP, mancano però altre indicazioni che possano far capire quanta ricerca c’è alla base di queste varietà. Per esempio, il Consorzio enumera, fra le tipologie di melone liscio Tamaris, le varietà honeymoon, bacir, saphir. Le varietà sono state selezionate da Nunhems  società del gruppo BASF, MH Clause e da altre ancora. Sono società internazionali che operano anche in Italia, forse è ora di dare al consumatore finale più informazioni affinché possa conoscere meglio il prodotto e apprezzare anche il valore della ricerca.

Verso i prodotti della terra si dovrebbe avere un approccio più realistico e pragmatico fondato sugli apporti concreti della ricerca scientifica, combinati in modo equilibrato con la tutela di coltivazioni storicamente presenti in alcuni territori.

AVVERTENZA – Articolo di natura non commerciale, con contenuti divulgativi finalizzati ad approfondire tematiche. Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari; i diritti riferiti a nomi di prodotti, nomi commerciali e immagini di prodotti sono di proprietà dei rispettivi titolari.

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