Pomodori viola ogm? Gli Usa dicono sì. O perlomeno il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che con una nota ha dato il via libera alla coltivazione del pomodoro ogm in territorio statunitense.
Il pomodoro – reso geneticamente viola grazie all’aggiunta di due geni del fiore snapdragon – sarebbe un vero e proprio superfood grazie all’elevato contenuto di antociani, pigmenti ad alto tasso di antiossidanti, nella polpa e sulla buccia: circa 10 volte quello di un normale pomodoro rosso. Gli studi sui benefici per la salute sono promettenti. Riuscirà il pomodoro viola a combattere la diffidenza dei consumatori verso gli ogm?
Da “Fruitbook Magazine“
Da oggi in Usa si può coltivare pomodoro viola ogm. A stabilirlo è il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti che, tramite una dichiarazione rilasciata il 7 settembre 2022, fa sapere di ritenere “improbabile che il pomodoro rappresenti un rischio maggiore di parassiti delle piante rispetto ad altri pomodori coltivati”, e che quindi la sua coltivazione in territorio statunitense non sarà soggetta a regolamentazione.
Il pomodoro in questione – ogm e dalla vivace colorazione viola – è quello sviluppato nel 2004 dall’esperta agronoma Cathie Martin presso il John Innes Centre di Norwich, in Regno Unito. La varietà di ortaggio, in seguito sviluppata dall’azienda da lei co-fondata, la Norfolk Plant Sciences, sfoggia un colore viola acceso e risulta essere ricca di circa 10 volte in più rispetto ai normali pomodori di antociani, pigmenti ad alto tasso di antiossidanti, che in natura danno le caratteristiche sfumature blu-violacee a more e mirtilli, ma anche a melanzane, come sottolinea, tra gli altri, anche il Daily Mail.
Se ci si fermasse al colore, il pomodoro britannico non sarebbe una prima assoluta. Negli anni, infatti, di pomodori viola ne sono stati prodotti diversi, e in modo convenzionale – ovvero senza l’impiego di tecnologia ogm: il vantaggio della varietà di cui parliamo starebbe però nella sua capacità di accumulare antociani anche nella polpa, e non solo nella buccia come negli omologhi non-ogm. Una differenza non trascurabile alla luce dei possibili risvolti per la salute.
I benefici per la salute. Grazie alla tecnologia ogm, gli scienziati sono stati in grado di creare una nuova varietà grazie all’aggiunta di due geni del fiore snapdragon, che agiscono così come un vero e proprio interruttore per “accendere” la produzione di antociani. Secondo studi scientifici ed esperimenti condotti da Cathie Martin e dai suoi colleghi, l’alto quantitativo di antiossidanti in questa varietà di pomodoro potrebbe apportare benefici per la salute umana per contrastare cancro, diabete e stati infiammatori.
Un primo passo decisivo in questa direzione è stato lo studio condotto dalla stessa Martin e pubblicato nel 2008 sulla rivista Nature Biotechnology, che in laboratorio ha osservato come i topi a rischio di sviluppare patologie oncologiche, se sottoposti a una dieta a base di pomodori viola, godrebbero di un’aspettativa di vita di circa il 30% maggiore rispetto ai “colleghi” con dieta a base di pomodori normali.
Non solo: secondo un altro studio del 2013 di Martin e colleghi, il pomodoro viola avrebbe una shelf life doppia rispetto ai pomodori rossi. Una caratteristica particolarmente appetibile per il mercato, da sempre alla ricerca di prodotti sempre più resistenti e facili da conservare.
Certo, rimane la diffidenza di molti consumatori nei confronti degli ogm. Come riporta Wired Usa, per quanto la sicurezza degli alimenti geneticamente modificati sia stata ampiamente dimostrata, un sondaggio condotto nel 2019 dal Pew Research Center ha dimostrato che circa la metà degli adulti Usa si dice preoccupato dei loro effetti sulla salute. Una diffidenza che però, secondo Nathan Pumplin, Ceo della divisione commerciale Usa di Norfolk Plant Sciences, potrebbe presto lasciare il passo ad una maggiore consapevolezza su natura e sostenibilità. “Credo che a livello globale – dichiara Pumplin alla Cnn – i consumatori stiano rivalutando gli ogm. Sono fiducioso che le grandi sfide che la nostra società deve affrontare in termini di sostenibilità, cambiamento climatico e alimentazione stiano portando molta gente a riconsiderare la propria opinione sulle biotecnologie. Certo – sottolinea –, gli ogm non sono la soluzione magica ad ogni problema, bensì uno degli strumenti a disposizione di noi agronomi per migliorare il sistema di produzione alimentare”.
Ma quando vedremo pomodori viola sugli scaffali dei supermercati (almeno in Usa)? Per ora non è facile fare previsioni. Dopo il via libera del Dipartimento dell’Agricoltura Usa, il prossimo passaggio a cui andrà incontro il pomodoro viola sarà l’approvazione da parte della Food and Drug Administration – l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – per poi avviare la commercializzazione vera e propria.
Pumplin, secondo cui il pomodoro viola non avrebbe nulla da invidiare in quanto a gusto all’omologo pomodoro rosso, è convinto che una volta ottenuta la certificazione dall’Fda, la collaborazione con i produttori sarà più che mai fondamentale per portare l’ortaggio nei supermercati: “Sarà fondamentale lavorare fianco a fianco con i produttori per poter produrre e distribuire pomodori viola eccellenti e deliziosi”, osserva Pumplin, che conferma che i primi test sui consumatori potranno iniziare già nel 2023.
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