Sta arrivando in Europa, e anche in Italia il pequi (o Caryocar brasiliense) il frutto di un albero tropicale originario del Cerrado, della famiglia delle Cariocaracee. Abitualmente è fatiado (affettato) in salamoia come quello della marca D’Horta Alimentos, un’ azienda di Coromandel, nello stato di Minas Gerais (Brasile).
Si tratta di un frutto delle dimensioni di una mela, dalla bccia verde simile ad un avocado con una polpa gialla, morbida, aromatica e lievemente dolce, con sentori di formaggio e anche note aspre di agrumi. Insomma, il gusto della polpa oleosa è molto particolare che deriva da numerosi “esteri volatili” contenuti nella polpa. Tagliata a strisce essa viene posta in salamoia e si consuma come un nostro sottaceto.
In Brasile costituisce un alimento popolare apprezzato tale e quale e fresco per insaporire vari piatti e combinato con il riso in particolare. Il pequi viene utilizzato anche nelle farofas (farina di manioca condita), in salse, purè, stufati, gelati. In commercio si trova anche una crema spalmabile di pequi, aromatizzata con peperoncini brasiliani.
Una particolarità è costituita dai suoi semi spinosi che sono anch’essi commestibili e che possono fornire anch’essi un olio per usi alimentari. I semi si consumano tostati, dopo una procedura per eliminare le loro spine.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.