Scrissi, molto tempo fa, in “Pensato e Mangiato” che tra i trend emergenti vi era l’apprezzamento per il gusto piccante, sempre più piccante, anche se per la precisione il piccante non viene considerato un vero e proprio gusto.
La tendenza era evidente negli USA, dove per esempio l’insegna Jungle Jim organizza un contest tra i produttori artigianali di salse piccanti chiamato “Weekend of Fire”. La ricerca della sofferenza prodotta da livelli sempre maggiori di capsaicina ha come contropartita la successiva emissione ghiandolare di endocrine che comunicano uno stato di benessere tra cui la sensazione di felice digestione.
La tendenza a sfidarsi in base alla resistenza alla piccantezza sta diventando popolare anche in Italia, tant’è che in primavera insegne come Esselunga vendono piantine di Carolina Reaper o di Red Scorpion, peperoncini che distanziano di molto i diavolicchi calabresi.
Amazon, contribuisce poi a diffondere salse pronte di ogni gradazione Scoville (la scala messa a punto da Wilburn Scoville nel 1912).
Attualmente le vette estreme del piccante sono raggiunge dall’impossibile Extreme Burn Artifact che promette 3 milioni di unità Scoville. Per dare l’idea Tabasco regular oscilla tra i 2500-3000 Scoville.
Ogni bottiglia di Extreme Burn Artifact è realizzata a mano in piccoli lotti e raffigura un mortifero teschio secondo una moda evocativa di questo macabro simbolismo.
La bottiglia Artifact Glass Skull viene immersa manualmente in una cera stile artigianale dorata per la sigillatura e chiusa in eleganti scatole regalo nere.
Da notare il disclaimer del produttore che recita così: “Dichiarazione di non responsabilità sull’uso del prodotto. L’acquirente è a conoscenza dell’estrema piccantezza di questo prodotto e l’esistenza di pericolo in caso di uso improprio. Questo prodotto è oltre 100 volte più piccante di un peperoncino jalapeno ed è una miscela complessa di peperoni freschi e di estratti. Questo prodotto non è una salsa ma un additivo alimentare e va utilizzato solo come tale.”