Una visita guidata da Olivier Dauvers a Potager City, il nuovo minimarket Carrefour aperto recentemente in rue de Tolbiac a Parigi (il numero 2 aprirà il 28 febbraio in rue de Seine e il numero 3 un mese dopo a Réaumur).
Con Potager City, Carrefour vuole inserirsi nell’attuale frammentazione dei consumi, di cui la specializzazione è uno dei motori. Per alcuni clienti la disponibilità a pagare è tale da consentire loro di affrontare l’impegno monetario del terzo e quarto quartile dell’offerta. Ma, per questo, hanno bisogno di negozi specializzati (che pur affiggono prezzi premium), della loro specifica offerta tale da farne apprezzare il valore effettivo.
In linea di principio, Carrefour ha preso atto di questo movimento che sta influenzando i consumi, in particolare nelle aree urbane.
Mi piace… l’atmosfera generale
In termini di identità e atmosfera, questo primo City Garden “funziona”. Certamente manca ancora una certa densità dei prodotti ma il risultato c’è. Nessuna grave mancanza di gusto. Che si tratti di arredamento in generale o di materiale di presentazione in particolare, Potager City cerca il più possibile di allontanarsi dai soliti codici della “distribuzione di massa”, proprio per non essere paragonato ad essi. Del resto, non v’è nessuna traccia del vero padrone del locale, Carrefour. Sebbene ovviamente lo sia!
Mi piace… la selezione dei prodotti quando si differenzia
Questo non è il caso ovunque (vedi le mie “antipatie”), ma quando la selezione di prodotti è diversa dal Franprix locale, allora Potager City svolge il suo ruolo. È il caso dei formaggi freschissimi (sebbene non ci siano ancora abbastanza formaggi, però) o della spesa con l’offerta Omie.
Tuttavia, voglio essere diretto: così com’è non sto ancora “comprando il concetto”. Ho solo due riserve ma… importanti: la selezione dei prodotti non è abbastanza rigorosa e il valore dei prodotti (non elaborati)
Non mi piace… la selezione dei prodotti che non è abbastanza rigorosa
Potager City non deve offrire nulla che il cliente possa trovare in un negozio tradizionale. Chiaramente, la mela Pink Lady non ha assolutamente nulla a che fare qui. Un kiwi “ordinario”, peraltro offerto all’ingresso e senza alcun elemento di valore (vedi punto successivo) non crea interesse per l’offerta, anche con uno sconto di 49 centesimi. Nemmeno la salumeria LS Parma.
Concretamente, Potager City non vuole diventare un negozio principale, ma piuttosto un complemento. E, per finire, solo la differenziazione dei prodotti può giustificare la deviazione dallo standard abituale. Intendiamoci: un kiwi può avere il suo posto nell’assortimento, ma un kiwi che racchiude elementi di pregio (produttore, produzione, calibro, provenienza, specifiche, ecc.). E, oltre a ciò, questo pertinenza dell’offerta mi sembra molto più decisiva dell’ampiezza dell’assortimento, ancora molto poco profondo. Meglio avere un “wow” e alla fine pochi prodotti piuttosto che riempire gli 85 mq di prodotti poco interessanti (come la Pink Lady).