Il giornale olandese Trouw, in un articolo firmato da Anna De Haas, afferma che a causa dell’inflazione i prezzi della carne stanno aumentando notevolmente e che invece si sta riducendo il gap price con i sostituti vegetali. In particolare, da una analisi statistica, si è verificato che in media i sostituti della carne sono più economici dei prodotti costituiti da ingredienti animali.
Nei Paesi Bassi si trovano referenze a base di “pollame vegetale” e “falsa carne” a prezzi decisamente competitivi. Un recente sondaggio dell’istituto di ricerche Questionmark, commissionato da ProVeg Nederland, ha prodotto un rapporto pubblicato a marzo che indica che le alternative vegetali sono più economiche di quelle a base di carne.
La ricerca è stata condotta esaminando i prezzi di alcuni prodotti all’interno delle sei catene di supermercati olandesi più grandi. Il risultato conferma che in media i prodotti a base di carne studiati (pollame, macinati di carne e hamburger) sono diventati più costosi del 21%. Il macinato animale, nello specifico, è molto più costoso rispetto quattro mesi fa. Nelle due catene discount, Aldi e Lidl, i clienti amanti dei Burger vegetariani riescono a risparmiare quasi 6 € al chilo. L’aumento dei prezzi della carne è correlato anche agli incrementi dei prezzi dell’energia e del carburante come sostiene l’economista Thijs Geijer di Ing.
D’altronde, afferma Geijer, dato l’aumento dei prezzi dei mangimi, gli allevatori tengono un numero minore di animali. Di conseguenza l’offerta si restringe e i prezzi al contrario aumentano. Secondo un sondaggio della Fondazione Wakker Dier, i supermercati avrebbero dei margini per i prodotti vegetali compresi nell’intervallo 35-50%.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.