L’ugli (citrus reticulata ugli tangelo) è una mutazione spontanea del tangelo scoperta a Brown’s Town (Giamaica) nel 1924, derivata dall’incrocio di citrus reticulata con citrus paradisi. Tuttavia, vari studi sostengono altre ipotesi: secondo Walter T. Swingle (1940) sarebbe un ibrido del king orange (che non è un’arancio ma un tangor), mentre per i produttori giamaicani sarebbe un ibrido di bigarade, del pomelo e del mandarino. Questo agrume originario della Giamaica è arrivato sul mercato francese (dopo gli Usa) grazie soprattutto a Grand Frais. Il nome ugli (“brutto” in inglese) si deve proprio alla forma di questo particolare frutto obovoide, che evoca il pompelmo di Chadek di dimensioni comparabili, appiattito alla base, appuntito in alto con un diametro da 12 a 15 cm e un’altezza da 9 a 12 cm.
Se il suo aspetto può scoraggiare chi non lo conosce, il gusto della polpa molto succosa, arancione brillante, è sorprendente, delicato e indefinibile, ricco e sapido: un mix di mandarino, pompelmo, cedro. Il frutto, come molti ibridi, è piuttosto grosso e ha una buccia spessa che si separa facilmente dai 12 segmenti con membrane resistenti ma facili da separare, pochi o nessun seme. Il nome ugli è un marchio registrato da Cabel Hall Citrus Limited. La dietetica lo considera un frutto salutare per i suoi antiossidanti e il suo alto contenuto di vitamina C.
Loris Tirelli
Socio della società di ricerca Amagi, ha conseguito una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano e una laurea magistrale in Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale presso lo Iulm di Milano.